La nuova Tosca a Bucarest ha fatto parlare di sé in una città che brama i superstar dell’opera così raramente presenti sul palcoscenico nazionale. L’Opera Nazionale di Bucarest ha scelto che sia in cima al cartellone di questa produzione il tenore Marcello Giordani, che non è più arrivato, il rinculo è stato evidente, tanto che tutti abbiamo quasi dimenticato che la protagonista dell’opera di Puccini è una grande artista, la soprano Iano Tamar.
Conoscevo Iano Tamar soprattutto dallo spettacolo Don Carlos dalla Wiener Staatsoper, un rimborso completo della versione francese in cinque atti, compresa tutta la musica per balletto che non compare in nessun’altra registrazzione audio o video mai realizzata, nemmeno sul disco (non molto successo) di Abbado, con Ricciarelli e Domingo. La conoscevo anche da Il trovatore dalla Bregenz, una delle più provocanti messe in scena che Robert Carsen abbia mai fatto. D’altra parte, questo vero fenomeno delle voci della Georgia, diventando sempre più presente ai massimi livelli, non può non suscitare la curiosità. Sulla strada per l’Hotel Intercontinental, dove dovevo incontrare Iano Tamar, mentre cercavo di selezionare nella mente una serie coerente di domande delle molti immediatamente causate dall’accettazione dell’artista di parlare con me, io sognavo ad occhi aperti all’intervista ideale. Allo stesso tempo, mi temperavo le aspettative, pensando all’intervista ragionevole. Com’è andata la discussione, leggerete subito di seguito. Dal mio punto di vista, non è stato ragionevole. E’ stato fantastico.
Iano Tamar è una personalità forte e questo si nota appena Lei comincia a parlare. Allo stesso tempo, è un’artista completa che ha una visione sulla musica e sulla vita basata su un insieme di valori universali. Lei è una natura comunicativa e aperta e la nostra conversazione è stata densa e con un ritmo molto sostenuto, con una cadenza che spero che si ritrovi anche nella versione scritta. Un dialogo multiculturale, tenuto in diverse lingue, perché, mentre l’italiano era la lingua più comoda per Iano Tamar, io ho cominciato ad un certo punto a mescolare l’inglese e il francese per esprimere meglio le domande che non potevo formulare chiaramente nell’italiano.
La serie degli spettacoli di Tosca all’Opera Nazionale di Bucarest continua ancora oggi e domenica, 13 e 15 giugno, con gli ultimi due. Da non perdere!

Despre Opera: Prima di tutto, quale è il Suo cognome, Tamar? Perché non riesco a collegare questo nome con la personalità storica più rappresentativa della Georgia, la regina Tamar la Grande (1160-1213). E nel mondo della lirica, dove i libretti del bel canto sono pieni di regine e di principesse, tant’ è vero, è molto adeguato
Iano Tamar: Alibegashvili è il mio cognome. Ma con questo cognome ho cantato pochissimo, all’inizio della mia carriera in Georgia. Dopo la mia partenza per gli studi in Italia, quando ho debuttato in Semiramide, mi hanno consigliato di utilizzare un nome più semplice per il palcoscenico e così è apparso il nome di Tamar. Una scelta abbastanza semplice per un nome d’arte, è un nome con un forte significato georgiano.
Despre Opera: Conosco relativamente poche cose sulla Georgia… Mi piace tantissimo un regista georgiano, Tenghiz Abuladze, grande regista …
Iano Tamar: Abuladze, sì! Un grande regista, molto grande, è così, La ringrazio per averlo menzionato…
Despre Opera: Ha fatto una trilogia di film, ma ho visto solo le ultime due parti. L’ultimo particolarmente Il pentimento…
Iano Tamar: Sì, Il pentimento, quello sull politico, Beria, sì, incredibile! Anche adesso mi viene la pelle d’oca quando mi ricordo di questo film. Abuladze è stato così profondo, così intelligente da saper descrivere tutte queste cose non in maniera teatrale… ma in un modo… intellettuale…
Despre Opera: E c’erano anche riferimenti all’opera, perché il dittatore cantava l’aria del Il trovatore.
Iano Tamar: Sì, è proprio così! Non mi ricordo esattamente l’aria, ma mi ricordo…
Despre Opera: C’era Di quella pira… Era un sogno di Nino, la moglie del pittore Sandro Baratelli, arrestato, in questo sogno compariva il dittatore che cantava Di quella pira.
Iano Tamar: Era un simbolo di vendetta.
Despre Opera: I significati di questo film sono molto intensi e anche il suo messaggio.
Iano Tamar: Sì, esattamente, mi ricordo in particolare la scena finale nella quale la vecchia donna, interpretata da una grande attrice georgiana, Veriko Andzhaparidze, mi sembra che questo sia stato il suo ultimo ruolo, cercava la strada con la chiesa e chiede: Questa strada va alla chiesa? E la risposta era: No, questa è la via Varlam (il nome del dittatore nel film, n.n.), una strada con questo nome non può portare a nessuna chiesa. E la vecchia: Allora a che cosa serve una strada che non porta alla chiesa?
Despre Opera: Esattamente!
Iano Tamar: Molto bello, fantastico! Beh, devo dire che io ho a casa un dipinto di questa via, in realtà, ma alla fine si vede una chiesa ortodossa. Sono rimasta molto colpita quando ho visto questo film.
Despre Opera: Il film è stato realizzato prima che Gorbaciov prendesse il potere, quando il comunismo non era ancora finito, ed è stato inizialmente vietato. Mi ricordo che ho visto per la prima volta questo film sulla televisione russa e che era durante la Perestroika. Ed era raddoppiato in russo. E dopo la rivoluzione, il film è stato trasmesso sul cinema rumeno e ho voluto tantissimo guardarlo, questa volta nell’originale, nella lingua georgiana… E’ un film molto, molto buono! E anche molto vicino a noi, c’era un linguaggio comune, perché eravamo un paese ex comunista, è un film che è stato premiato a Cannes.
Iano Tamar: Questa volta nell’originale… (ride). Un film straordinario.
Despre Opera: Ho sentito allora per la prima volta la lingua georgiana, che aveva una grande risonanza, di un linguaggio arcaico, peculiare, con una musicalità speciale.
Iano Tamar: Beh, non proprio, non dobbiamo dimenticare che abbiamo delle consonanti dure, ma è una delle lingue più antiche, è una lingua antica, non ha nulla a che fare con le lingue slavi né con le lingue orientali, ma è un linguaggio separato, come è anche la lingua armena, lingue antiche e molto individuali.
Despre Opera: I Georgiani, l’ho saputo dopo, sono un popolo cristiano da molto tempo.
Iano Tamar: Dall’inizio del quarto secolo! Poi è arrivato il cristianesimo tra la gente, tramite la Santa Nino, che non era georgiana, ma proveniente da un’altra zona, Cappadocia, è stata Lei a portare la croce cristiana in Georgia. E Nino è un nome popolare e spesso utilizzato in Georgia, il nome di mia figlia è Nino!
Despre Opera: E c’è anche un soprano, Nino Machaidze.
Iano Tamar: Certo, anche Nino Surguladze…
Despre Opera: E Tamar è un nome comune. Per esempio, Tamar Iveri.
Iano Tamar: Sì, Tamar Iveri, ma Iveri è il suo nome d’artista, “Iveri” è il vecchio nome di Georgia.
Despre Opera: Esattamente! Da Iveria! E Colchida, e qui veniamo alla leggenda di Giasone!
Iano Tamar: E Medea, di cui si diceva che fosse greca, ma in realtà era georgiana! E poi la leggenda dice che Medea abbia ucciso i suoi figli. Ma c’è una seconda versione, che dice che i greci abbiano ucciso i bambini e, per avere la coscienza pulita, hanno dato la colpa a Medea. E’ affascinante la storia…
Despre Opera: Lei ha cantato Medea ! Ha un significato speciale per Lei cantare Medea?
Iano Tamar: Come no? Sì! tante volte, in produzioni molto importanti. E’ un orgoglio! E’ come prendessi io tutte le iniziative, mostrassi al regista il carattere georgiano. È un ruolo che canto facilmente e con una certa libertà, chiaramente.
Despre Opera: Medea era uno dei più grandi ruoli di Maria Callas.
Iano Tamar: Esattamente! Per Lei andava meglio di tutti questo ruolo, perché era greca. Ma Lei ha risposto a un certo punto, quando gli hanno fatto domande sulla sua origine, che non era greca, essendo nata a New York (ride). Callas certamente sapeva la verità.
Despre Opera: Un altro ruolo forte.
Iano Tamar: Un ruolo terribile. E’ un ruolo che amo assolutamente, è forte dall’inizio alla fine. Incredibile. Solo che ora siamo qui a parlare di Tosca, gelosa, che uccide, ha un temperamento sanguigno, in contrasto con la Medea dove non c’è gelosia, ma piuttosto una vanità, non c’è amore, ma piuttosto un grande orgoglio: come, lui mi ha sostituito con un altra? E’ molto diverso. Da qui è nato il dramma così profondo della vendetta. E’ un orgoglio femminile, un altro fenomeno.
Despre Opera: E’ un’esperienza molto bella nella sua carriera, Medea.
Iano Tamar: Ho cantato in francese, con recitativi parlati, c’è anche un disco con Medea che ho cantato al Festival di Martina Franca, Italia. E’ un festival bellissimo, molto particolare, dove si interpretano opere dimenticate e riscoperte – ho cantato varie produzioni – Pacini – L’ultimo Giorno di Pompei, Massenet – Roma, che non è stata più cantata dalla premiere di Monte Carlo nel 1912. Tutto si registrava con la casa discografica Dynamic. Ho cantato anche Macbeth, la prima versione, quella di 1847, poi Le trouvere, in francese, di Verdi… Robert Bruce di Rossini, che è fondamentalmente un pastiche, con momenti di diverse opere di Rossini, La Donna del Lago, Guillaume Tell. Ho avuto un grande momento cantare questa opera. E tante altre ancora… Mi è piaciuto moltissimo cantare queste opere sconosciute soprattutto perché non avevo la possibilità di sentirle cantate dagli altri, per studiarle. Sapete come fanno i cantanti moderni – ascoltano la registrazione, fanno dei confronti, studiano. Ma io mi sono abituata a studiare un personaggio senza ascoltarlo ed è un metodo molto bello, perché poi scopri che fai, intuitivamente, delle cose che i grandi artisti hanno fatto. E’ un ottimo metodo. Per esempio, nel Macbeth facevo qualcosa di intuitivo, come il mio cuore dettava, per poi scoprire che la Callas aveva fatto la stessa cosa. Sono rimasto stupita… Mi sono detta: Non è possibile! (ride) Non fraintendetemi, io non voglio paragonarmi né con la Tebaldi, né con la Callas, tanto meno con altre cantanti che io rispetto tanto, ma il mio principio è sempre stato quello di rivelare tutta la capacità, tutta la mia personalità.
Despre Opera: Ma come succede che in Georgia ci sono molti soprani di fama mondiale? Si tratta di una speciale scuola di canto lì?
Iano Tamar: Tante volte mi è stata fatta questa domanda. Io rispondo così, anche voi, romeni, avete tanti interpreti con voci bellisime. Si tratta di una questione di natura, le persone nascono così, con belle voci.
Despre Opera: Io conosco anche il Trovatore in cui Lei ha cantato, a Bregenz. I costumi sono stati realizzati da una rumena, Miruna Boruzescu. Che è morta un mese fa, l’ho scoperto recentamente.
Iano Tamar: Ho lavorato con Lei! Una donna meravigliosa! E anche con lui, con Robert Carsen, ho lavorato. Erano sempre insieme. Che peccato… Che donna straordinaria!
Despre Opera: Lei ha fatto una produzione con il regista romeno Andrei Șerban? Lo conosce?
Iano Tamar: No, che produzioni importanti ha fatto?
Despre Opera: Lucia di Lamermoor a Parigi, L’italiana di Algeri sempre a Parigi, Les Indes Galantes, Turandot a Covent Garden.
Iano Tamar: Non canto questo repertorio, per questo non lo conosco.
Despre Opera: Pensavo che Lei ha cantato Rossini e..
Iano Tamar: Di Rossini ho fatto Semiramida, La Donna del Lago, Otello – che meraviglia! La Desdemona di Rossini – che carattere! La Desdemona di Verdi è dolce, tenera, quella di Rossini è forte! L’aria del salice è lirica, ma il recitativo di dopo, quando aspetta Otello, dice chiaramente che qualcosa non va. E quando Otello la offende, quando l’accusa che è infedele, dici che è Medea. Mi è veramente piaciuto cantarla! Bellissima!
Despre Opera: Lei ha cantato durante l’infanzia, nel coro della chiesa?
Iano Tamar: Durante il comunismo? Lei sta scherzando? C’erano dei cori, ma non era politicamente possibile cantare nel coro. Certo, sappiamo che non c’è nessuna chiesa ortodossa senza coro e c’erano dei bambini, degli studenti che cantavano, per guadagnare dei soldi, ma con grande cautela. Anche se, si sa che psicologicamente, quello che è più proibito, è più interessante… Ma io non cantavo nel coro della chiesa, perché non avevo tempo, e avevo delle buone condizioni di studio quando ero studentessa, così ho non ne ho avuto bisogno. Per fortuna avevo una buona borsa di studio, avevo di che vivere. E le condizioni di vita in Georgia erano buone allora, non eravamo in Russia. Quindi la domanda era come mai abbiamo delle voci così belle in Georgia. Non so se Lei conosce la musica popolare georgiana – è molto ricca. L’ assicuro che non c’è georgiano che non possa cantare a tre voci. L’assicuro! E’ qualcosa di incredibile. E’ semplicemente una cosa nel sangue. La musica popolare georgiana è incredibilmente bella!!
Despre Opera: Ho ascoltato al Festival Enescu, il direttore d’orchestra Vladimir Spivakov ha dato il bis di Khachaturian, una danza in stile georgiano, ma in realtà caucasiano, rivendicato però di tutti i popoli nella zona, Lezghinka dal balletto Gayane. E’ stato favoloso!!
Iano Tamar: A, sì, la danza georgiana! Meraviglioso! Le danze georgiane sono magnifiche! Io vivo da 25 anni in Italia e non ho mai visto qualcosa di così straordinario, così ricco. Quindi, prima dell’opera, c’era una ricca tradizione folcloristica in Georgia.
Despre Opera: Anche in Romania c’era una sezione di folclore al Conservatorio. Ed il folclore è stato coltivato dal sistema comunista, era una politica culturale. Ma il folclore pubblicizzato alla radio o alla televisione era ed è ancora cambiato, ideologizzato, falsificato, sempre meno simile a quello originale.
Iano Tamar: Anch’io ho studiato il folclore al Conservatorio. Sì, chiaramente, Lei ha ragione. E’ una cosa che non hanno fatto bene i comunisti dal punto di vista culturale: facevano tutto per il proprio interesse. Il folclore georgiano non è stato toccato dai comunisti, perché c’è stato l’atteggiamento della gente. C’erano durante il comunismo dei gruppi di ballerini che attraversavano tutto il mondo, Ramishvili e Sukhishvili, per esempio, sbalordiavano tutti. E i registi di alto livello li conoscono tutti. E il folclore georgiano è nato così, sul campo, quando uno cominciava a cantare, poi veniva il prossimo, con un secondo tipo di voce, poi il terzo, il basso, e la polifonia così è cominciata. Certo, Bach utilizzava la polifonia, ma nel folclore georgiano ci sono canti polifonici da tanto tempo, e molto diversi. Perché la Georgia è montuosa, ogni popolazione ha le sue proprie canzoni. E le montagne hanno permesso alla Georgia di rimanere in qualche modo indipendente – i romani sono entrati fino ad un certo punto, ma non sono riusciti a passare oltre.
Despre Opera: Non ho chiesto casualmente sulla tecnica di canto, perché le voci spinto e drammatico sono rare…
Iano Tamar: La mia voce è definita così: soprano drammatico di agilità.
Despre Opera: Queste voci sono rari, non si trovano ovunque. Sono voci forti, penetranti. L’orchestra di Keri-Lynn Wilson cantava molto forte, ma Lei non ha avuto nessun problema ad attraversare questo suono..
Iano Tamar: La ringrazio tanto! Abbiamo sempre paura, sul palco, di non poter farci sentire per l’orchestra o a causa dell’acustica della sala. In generale, e non parlo ora del caso speciale di adesso, i direttori d’orchestra tendono a dirigere come ad un concerto sinfonico e dimenticano che noi siamo sul palco, con due corde vocali, e dobbiamo combattere, una persona con 50 o addirittura 100 strumenti.
Despre Opera: E poi è Puccini, che ha reso la partitura un muro di suoni, di musica. I solisti devono penetrare questo muro, è molto difficile, ed io ero estasiato a vedere il modo come Lei ha attraversato questo muro, e gli uomini sono falliti. Il tenore era migliore in questo senso, ma il baritono non si sentiva quando l’orchestra suonava forte. Ma Lei è stata straordinaria. E senza sforzo. (risate) Quante volte Lei ha cantato Tosca?
Iano Tamar: A Montpellier 8 anni fa, a Parigi, Berlino, Tokyo, cinque produzioni in totale. Più quella di adesso. Non è l’opera che io amo di più. Amo tutto quello che faccio, perché io lavoro così che mi piacciono i risultati. Amo Tosca, ma il mio cuore non è in essa.
Despre Opera: Lei mi ha servito molto bene questa replica, perché molti soprani, come Angela Gheorghiu nella presentazione della sua DVD con Tosca nel 2011, dicono di solito: Amo Tosca perché faccio la parte di me stessa. Si identificano forse non tanto con il personaggio Floria, ma piuttosto con l’idea di diva. E’ difficile dire, però, che significava una diva per Puccini nel 1901 o per Sardou nel 1887 o per la società romena nel 1801, e quanto dal concetto di diva viene poi recuperato nel 2014…
Iano Tamar: Sì, davvero? (ride)
Despre Opera: La sua interpretazione di Bucarest non è quella di una diva che canta della propria persona.
Iano Tamar: No, certo che no.
Despre Opera: La Sua Tosca è molto drammatica e ha una grande personalità, forte, che riesce a governare tutte le situazioni, che s’impone su Scarpia, che domina la scena, che non fa un dramma di tutti i dettagli. Ha cantato in una maniera drammatica, che mi ricordava Renatta Scotto.
Iano Tamar: Sì? Questo è incredibile! (ride)
Despre Opera: Sì, sì, c’è una registrazione con Scotto, Levine, Domingo, Bruson, dal 1980. Quando l’ho ascoltata per la prima volta e ho sentito Scotto, non mi ha colpito.
Iano Tamar: Era un po’ fredda, no?
Despre Opera: Sì, sì, un po’ fredda, non capivo perché cantava così. Ma mi sono ricordato che ho letto alcuni critici che dicono che Scotto era molto drammatica, che è una lezione di canto. Non capivo perché, lo confesso. Ma dopo aver visto Lei, ho cominciato a capire perché i critici francesi hanno portato questi elogi a Renatta Scotto, domenica sera ho capito perché era così apprezzata, solo dopo aver sentito cantare Lei. Non dico che è lo stesso modo di cantare, ma c’è una certa somiglianza.
Iano Tamar: Grazie mille, sono molto onorata di essere paragonata con la Scotto, che è un grande soprano!
Despre Opera: Penso che è un modo di cantare che si perde, questo tipo di Tosca è sempre più raro, questa modalità drammatica di canto. Ora si canta una Tosca più lirica. Grazie per questo spettacolo. Peccato che non abbia cantato con Marcello Giordani. Mi sarebbe piaciuto tanto vederLa cantare con lui.
Iano Tamar: Sì, è triste, sapevo che sarebbe venuto, abbiamo cantato insieme prima – a Vienna, Rossini, Ernani di Verdi, è una persona incredibile, mi piace molto.
Despre Opera: Verrà comunque per un recital il 17 giugno, da quanto ho capito. Ho pensato che forse non gli è piaciuta la produzione, forse era per questo che non è venuto, ma non ha molta importanza.
Iano Tamar: No, non credo. Penso che abbia annullato gli spettacoli perché ha problemi di salute e per prottegere la sua voce per il recital. E’ molto bene che viene comunque!
Despre Opera: Allora nel ruolo di Tosca Lei ha fatto quattro produzioni in quattro diverse regie. Il suo modo di cantare questo ruolo è cambiato secondo la produzione?
Iano Tamar: No, io canto sempre lo stesso, tradizionalmente. La migliore produzione nella qualle ho cantato è stata quella fatta da Werner Schroeter a Parigi.
Despre Opera: Una produzione classica?
Iano Tamar: Sì, ma molto elegante, sono stata molto felice in quella produzione.
Despre Opera: Mi è piaciuta anche la produzione di Bucarest. Una sezione del pubblico, più conservatore, non l’ha aprezzata tanto.
Iano Tamar: Amo specialmente l’ultimo atto in questa produzione. Un aspetto verso di cui ho una riserva in questa produzione è… il fatto che siamo tenuti così lontano dal pubblico su quel podio? Mi piace provocare il pubblico, essere molto vicina alla gente.
Despre Opera: Come ha sentito Lei il pubblico romeno?
Iano Tamar: Meraviglioso! Il pubblico che mi è piaciuto di più è stato a Parigi, a Bastille. Qui il pubblico è molto caldo, ma sembra che non sia il successo con cui sono abituata. Si vede immediatamente se piace al pubblico o no. Tosca è uno spettacolo che deve demolire il teatro, ma questo non è accaduto. Il pubblico è un occhio oggettivo ovunque, non importa di quale popolo si tratta. Se si applauda forte, lo spettacolo è forte, se così e così, lo spettacolo è così e così. E se non si applauda affatto, allora è… affatto. E qui è stato, dal mio punto di vista, bene, ma solo bene… Ed io non credo che sia colpa mia, ma come è stata ricevuta questa produzione è chiaramente uno dei motivi.
Despre Opera: In Romania c’è una forte tradizione delle produzioni classiche, quelle moderni sono molto, molto rari. Esistono produzioni moderne, ma incomprensibili. Ma non è il caso di questa Tosca – è una produzione con una regia logica.
Iano Tamar: Sono d’accordo. Non sto dicendo che non mi piace una produzione, ma conta tanto come lavoro con il regista. Ho lavorato con molti registi, ho fatto Requiem di Verdi in forma scenica. Ho detto che non lo farei mai, perché non c’era comunicazione. Tuttavia, nel secondo atto di questa Tosca io cambierei un paio di cose – per esempio, la personalità diabolica di Scarpia è stata evidente o no?
Despre Opera: No, non è ovvio… E’ una Tosca più vicina a Medea. Una Tosca che domina Scarpia. Scarpia è come un fan di Tosca, guarda allo specchio mentre canta Tosca è un bon falco, si crede una diva, come Tosca, ma quando bisogna torturare Tosca, allora Tosca resiste e lo uccide, come un’assasina, è Medea, non è Tosca!
Iano Tamar: Si, esattamente! (ride di gusto)
Despre Opera: Dopo questa scena, quando Scarpia muore, anche Lei si guarda allo specchio… Fortissimo!!
Iano Tamar: Hahahaha!
Despre Opera: Certo, io parlo per me, non per il pubblico, almeno nel caso di questa produzione, probabilmente sono stato più aperto alla sfida in confronto agli altri spettatori.
Iano Tamar: Mi sarrebe piaciuto essere più vicina al pubblico, almeno per la mia aria, la mia unica aria, ma non era possibile perché se mi fossi mossa, la luce non sarebbe caduta bene su di me… La mia unica aria… L’idea è che mi piace affrontare il pubblico, provocarlo, ma più precisamente, stabilire una connessione diretta, una comunicazione con il pubblico.
Despre Opera: Allora, all’ultima rappresentazione, Lei si potrebbe spostare da sola più vicino al pubblico… .
Iano Tamar: Sì, io non ho paura di muovermi sul palco e di avere iniziative di regia, perché ho lavorato con molti registi, ho fatto montaggi classici e moderni, e in quei moderni ho avuto tante idee, ma quando si tratta di spettacoli già fatti, non posso farlo… Se io lavoro sin dall’inizio una nuova produzione, se la produzione si costruisce con me, io dico il mio parere, ma così rispetto quello che è stato già fatto. In caso contrario, se io cambio qualcosa, sarà fuori contesto, non andrà bene.
Despre Opera: In Georgia torna spesso a cantare?
Iano Tamar: Solo una volta – ho iniziato lì nel 1989, in Un ballo in maschera, poi sono andata a studiare in Italia.
Despre Opera: Il pubblico georgiano non La chiama a cantare?
Iano Tamar: Sì e no, perché la politica è cambiata, la generazione di adesso è piu chiusa politicamente, dopo gli anni 90, quando non c’era nè luce, nè gas, sono cambiate tante cose. Era difficile allora, non c’erano i soldi per il cibo, figuriamoci andare a teatro… Eppure il teatro funzionava lo stesso, anche l’opera, benché non ci fossero nè gas, nè luce, andavamo senza soldi, facevamo quello che si poteva. I georgiani amavano tanto l’arte, facevano sacrifici. Ho fatto un concerto, naturalmente, senza ricevere denaro. Ma ora le persone non hanno tempo per la cultura, ora si parla tanto della politica. Probabilmente sapete che i russi avanzano sul nostro territorio… Poi molti georgiani sono andati in Europa o in America.
Despre Opera: Ci possiamo immaginare un collegamento tra la nostra discussione e il suo inizio: una Tosca in un clima politico degli anni ’50, in una Georgia comunista, di Stalin, una cantante lirica di nome Tosca, a Tbilisi, col dittatore del film di Abuladze, col prete del film, che viene arrestato, possiamo immaginarci uno scenario per Tosca in Europa orientale, perché la situazione è simile, il comunismo ha fatto lo stesso male a tutti i popoli di questa parte dell’Europa … E’ un’idea per una futura Tosca! Se Lei rincontrerà Peter Konwitchny… Che è straordinario, il suo Don Carlos mi ha lasciato senza parole…
Iano Tamar: Che miracolo! Io adoro Konwitschny!! Gli devo la mia attività sul palco! Prima di incontrarlo, quando facevo le prove non davo tutta l’energia, sapendo che sarebbe uscita fuori più tardi, con il pubblico. E Konwitschny mi ha chiesto di cantare anche durante le prove come se fosse uno spettacolo. E’ stato molto difficile, ma mi ha introdotto un motore nel corpo, e d’allora in poi, quando arrivo alle prove sono pronta di lavorare, come una matta. I miei colleghi mi dicono che non hanno mai visto niente di simile e che induco anche a loro una tensione, tutti iniziano a lavorare per me e come me.
Despre Opera: Il padre di Peter Konwitschny, Franz Konwitschny è stato un famoso direttore d’orchestra e si dice, come un aneddoto, che Pietro avrebbe imparato le note musicali prima dell’alfabeto! Così si può pensare a questa Tosca per l’Europa dell’Est – Tosca, una artista da Tbilisi, Budapest, Bucarest…
Iano Tamar: Ma che fervida immaginazione che ha…
Despre Opera: Scarpia – un funzionario della KGB o della Sicurezza (Securitate).
Iano Tamar: Ho fatto Macbeth con Carsen a Colonia, poi a Ginevra (alla prima rappresentazione sono stata io), fatta esatamente in questo periodo, con KGB, in un ufficio del KGB, Macbeth – eroe di KGB. (ride)
Despre Opera: E un pittore con la barba, come gli artisti dell’Est durante il comunismo, o come è stato Sandro Baratelli nel film di Abuladze, o come sappiamo in Romania Constantin Brâncuși… Col dipinto della chiesa – un dipinto cristiano dell’Est, ortodosso, bizantino. Possiamo collegare questo con la storia della strada, con la chiesa. Qualcosa del genere si potrebbe presentare in un paese dell’Est. Con cantanti che sono partiti per le grandi opere del mondo e ora tornano a cantare per un pubblico che conosce questa storia, la loro storia … (risate)
Edisher Giorgobiani, the Georgian actor who played the painter Sandro Baratelli in Tenghiz Abuladze’s movie Repentance.
Iano Tamar: Che meraviglia, che meraviglia! Ci sono questi momenti magici…
Despre Opera: La ringrazio per questa conversazione che confesso di sentire come molto speciale, e per favore dia un autografo per i lettori del blog „Despre Opera”.
Iano Tamar: Con grande piacere, anch’io La ringrazio!
